Fibromialgia: l’osteopatia per curare il dolore diffuso

Fibromialgia: l’osteopatia per curare il dolore diffuso

La fibromialgia è una malattia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico, caratterizzata da dolore cronico e diffuso, astenia (ovvero indebolimento e stanchezza ingiustificate da uno sforzo fisico) e rigidità muscolare. Quasi sconosciuta fino a pochi anni fa, la fibromialgia è stata oggetto di numerosi studi che hanno apportato nuove conoscenze, anche da un punto di vista epidemiologico. Prima di addentrarci nella delicata e complessa questione di come l’osteopatia possa aiutare i pazienti affetti da fibromialgia, cerchiamo di chiarire cos’è questa patologia così invalidante e subdola, individuando come si manifesta e quali sono i fattori di rischio..

Cos’è la fibromialgia?

Il termine “fibromialgia” significa dolore (algos) proveniente dai muscoli (myo) e dai tessuti fibrosi (fibro), come tendini e legamenti. La fibromialgia è, quindi, una malattia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico, caratterizzandosi per la presenza di dolore cronico e diffuso, aumento della tensione muscolare, rigidità in numerose sedi dell’apparato locomotore. Oltre allo stato di iperalgesia, molti pazienti presentano una serie di altri sintomi: astenia (affaticamento cronico e stanchezza debilitante), disturbi dell’umore e del sonno, sindrome del colon irritabile.

Chi sono le persone più a rischio per la fibromialgia?

Ad essere colpite sono generalmente le persone di sesso femminile in età adulta (dalla seconda alla quinta decade, con picchi verso i 25-35 e 45-55 anni). La sensibilità al dolore, la facile stancabilità, portano la persona affetta da questa patologia a un isolamento nella vita lavorativa, di gruppo e affettiva, in quanto viene erroneamente valutata come “ipocondria” o esagerazione nel focalizzare i sintomi. Si stima che in Italia ne soffrano quasi quattro milioni di persone: numeri che fanno della fibromialgia la seconda malattia reumatica, in termini di diffusione, dopo l’osteoartrosi (o artrosi).

Quali sono le cause?

La causa della fibromialgia è ancora sconosciuta, ma si ipotizza un’origine multifattoriale. Gli studi condotti per indagare la patogenesi hanno di volta in volta dimostrato alterazioni del rilascio dei neurotrasmettitori (sostanze che favoriscono la comunicazione tra le cellule del sistema nervoso), ipersensibilizzazione del sistema nervoso centrale, alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi, alterazioni nel rilascio di molecole (citochine) pro-infiammatorie, alterazioni dell’equilibrio tra sostanze ossidanti e anti-ossidanti. Oggi è stata definitivamente scartata la possibilità che queste alterazioni possano determinare una sofferenza della muscolatura periferica. Si ritiene, invece, che vi sia una predisposizione genetica che si esprime con anomalie dei recettori della serotonina e della dopamina, strettamente coinvolti nei processi di elaborazione del dolore: i pazienti presenterebbero infatti una amplificazione della percezione del dolore a livello centrale. Sembra inoltre che patologie psichiatriche quali l’ansia, la depressione, il disturbo post-traumatico da stress e la somatizzazione possano predisporre all’insorgenza della malattia.

Come si arriva alla diagnosi?

La diagnosi è basata sulla presenza di dolore diffuso, variamente associato alle altre manifestazioni cliniche. Dopo aver escluso altre patologie muscolari, neurologiche o scheletriche, sono due gli elementi che, una volta accertati, permettono una corretta diagnosi della fibromialgia:

  • un’accurata anamnesi dalla quale si evinca che il dolore è diffuso simmetricamente e che perdura da almeno tre mesi;
  • palpazione dei 18 punti chiave (9 + 9 simmetrici e contemporanei) detti tender points che nel malato fibromialgico risultano dolorosi in numero non inferiore ad 11.

Come si cura?

La fibromialgia richiede un approccio multidisciplinare, che si realizza con la combinazione di terapie farmacologiche e trattamenti meno convenzionali. Nel primo caso la scelta del farmaco deve essere guidata dai sintomi dei pazienti: le opzioni comprendono analgesici, anti-infiammatori non steroidei, miorilassanti, ipnotici, sedativi, antidepressivi. Ai farmaci possono essere abbinati trattamenti riabilitativi, per migliorare il tono muscolare e ridurre la percezione del dolore, e la psicoterapia.

Cosa può fare l’osteopatia?

La fibromialgia, come abbiamo detto, si presenta come una sindrome dolorosa cronica generale che colpisce tutto il corpo e perdura per almeno tre mesi. Il dolore cronico può portare a irrigidimenti muscolari che impediscono il corretto movimento, causando anche blocchi e disfunzioni nell’apparato locomotore. In questo contesto sintomatologico così prolungato, il trattamento osteopatico si è rivelato un efficace approccio contribuendo a ridurre la percezione del dolore e migliorando la qualità di vita. L’osteopatia, infatti, si basa sul principio per il quale l’essere umano è un’unità inscindibile di corpo, mente e psiche, e dato che è incentrata sulla salute del paziente, utilizza un approccio causale e non sintomatico, ricercando quindi le alterazioni funzionali del corpo. Inoltre la terapia osteopatica è in grado di lavorare in sinergia con le terapie standard maggiormente utilizzate in casi di fibromialgia, aiutando, quindi, a migliorare la sintomatologia correlata alla patologia.

In cosa consiste il trattamento osteopatico?

Il trattamento è basato sulla rimozione delle rigidità muscolo-scheletriche e ripristino della mobilità: neutralizzazione dello stato di compressione, riduzione delle restrizioni di mobilità, riprogrammazione dei patterns neuromuscolari complessi che controllano i movimenti delle strutture in oggetto, riequilibrio dei diaframmi principali con tecniche strutturali e di riprogrammazione, riduzione delle disfunzioni vertebrali e toraciche.

Quali benefici dal trattamento osteopatico?

I risultati forniti dalla letteratura medica su alcuni studi effettuati su pazienti affetti da fibromialgia sottoposti al trattamento osteopatico hanno evidenziato un beneficio immediato nella diminuzione del dolore percepito e di quello cronico, una maggiore funzionalità dell’apparato muscolo-scheletrico e conseguentemente un miglioramento complessivo della qualità di vita di questi pazienti. Il metodo osteopatico per il trattamento della fibromialgia prevede un lavoro di riequilibrio globale delle funzioni del corpo così da dare beneficio e sollievo al paziente. Ad ogni modo, ogni paziente ha una storia clinica a sé e per poter comprendere quale sia il percorso osteopatico più corretto, sono necessarie una valutazione e un’analisi personalizzata nel corso della prima visita dall’osteopata, in modo da individuare e proporre il percorso più efficace.

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