Dolore psicosomatico: come la mente influenza il corpo

Dolore psicosomatico: come la mente influenza il corpo

Uno dei quattro principi fondamentali della pratica osteopatica si basa sul fatto che mente e corpo sono un’unica unità: qualcosa di psichico può manifestarsi nel corpo e allo stesso modo una problematica fisica ha un effetto sulla mente. Somatizzare significa trasformare involontariamente un trauma psicologico in un dolore fisico. In situazioni di stress andiamo a modificare il respiro, a stringere i denti, a contrarre la muscolatura, a variare la regolarità intestinale, ad avere reflusso gastrico. Quando la componente emotiva ha un ruolo così predominante l’osteopata può essere di grande aiuto per i dolori psicosomatici.

Che cos’è un dolore psicosomatico?

Per dolore psicosomatico si intende un’alterazione dello stato psicologico che può generare un effetto fisico e qualche sintomatologia organica. È l’influenza della mente sul corpo. Una sintomatologia fisica può manifestarsi o aumentare a causa di fattori mentali o situazionali, come per esempio, si può avere mal di stomaco provocato dallo stress lavorativo. La somatizzazione è il processo alla base del dolore psicosomatico. Infatti, con tale termine si intende il meccanismo che permette di trasformare i processi psichici in somatici, coinvolgendo il sistema endocrino ed immunitario. Insomma, i disturbi psicosomatici (o somatoformi) mostrano sintomi fisici che suggeriscono l’esistenza di un disturbo organico, i cui sintomi non derivano né da una condizione medica generale né dagli effetti diretti di una sostanza, ma solo dalla presenza di un disagio mentale.

Quali sono i dolori psicosomatici?

Solitamente questi meccanismi sono determinati dalla presenza di forte stress, da ansia patologica, da paura costante o da un forte disagio. Si attiva, così, il sistema nervoso autonomo, che a sua volta risponde con reazioni vegetative che portano alla manifestazione di problemi fisici, come:

  • disturbi dell’apparato gastrointestinale: quali nausea, meteorismo, vomito, diarrea, colite, ulcera, gastrite, intolleranza a cibi diversi;
  • disturbi dell’alimentazione: quali anoressia, bulimia;
  • disturbi dell’apparato cardiocircolatorio: quali aritmia, ipertensione, tachicardia;
  • disturbi dell’apparato urogenitale: quali dolori e/o irregolarità mestruali, disfunzioni dell’erezione e/o dell’eiaculazione, anorgasmia, enuresi;
  • disturbi dell’apparato muscolare: quali cefalea, crampi, torcicollo, mialgia, artrite;
  • disturbi della pelle: quali acne, psoriasi, dermatite, prurito, orticaria, secchezza cutanea e delle mucose, sudorazione eccessiva;
  • disturbi pseudo-neurologici: quali sintomi da conversione come alterazioni della coordinazione e/o dell’equilibrio, paralisi o ipostenie localizzate, difficoltà a deglutire, afonia, cecità, sordità, amnesie.

Come trattare il dolore psicosomatico?

In caso di presenza di disturbi psicosomatici bisogna sempre considerare di trattare l’aspetto fisico e quello psicologico. Il trattamento non può essere solo fisico, quindi oltre ad un eventuale trattamento farmacologico ed osteopatico, è fondamentale avere un aiuto psicologico. Ma, come la mente può influenzare negativamente il corpo, così il corpo può aiutarla a ritrovare equilibrio e pace. Allora l’osteopata mirerà a stimolare il paziente per sciogliere le tensioni muscolari e fasciali che lo attanagliano, riattivare una fisiologica respirazione diaframmatica, eliminare la sintomatologia somatica dolorosa. Il raggiungimento di questi obiettivi rappresenterà un significativo messaggio di pace e tranquillità per la mente. Il ripristino del movimento deve essere globale per donare benessere.

Cosa può fare l’osteopatia?

Il primo compito dell’osteopata consiste nel ricercare la causa originaria che ha scatenato le problematiche che affliggono il paziente. Il che non vuol dire semplicemente diagnosticare una sciatalgia dovuta alla compressione delle radici nervose da parte di un disco intervertebrale protruso, ma capire per quali motivi il paziente ha sovraccaricato proprio quel disco. Per riuscirci deve affidarsi a uno dei principi fondamentali dell’Osteopatia, che recita: “Il corpo è un’unità; la persona è un’unità di corpo, mente e spirito”. Ciò ci ricorda che una disfunzione somatica potrebbe essere dovuta a una condizione disfunzionale psico emozionale e viceversa. Una condizione emotiva stressante o un trauma psichico può sfogare la sua energia sul corpo e l’osteopata ha il dovere di indagare anche su questa possibilità.

In cosa consiste la valutazione osteopatica?

Nella valutazione iniziale del paziente, effettuata da un’osteopata, è importante valutare se ci sono infortuni fisici passati ma anche se ci sono delle cause o fattori psicologici che possano aver causato stress o preoccupazioni. Spesso insieme alla domanda: “Quando ha iniziato ad avvertire dolore?” bisogna anche chiedere “Cosa stava succedendo in quei giorni quando ha iniziato ad aver male?”. In molte occasioni una malattia o una lesione fisica avvengono in seguito ad un evento o momento stressante. Alcuni paziente riferiscono di aver problematiche personali, preoccupazioni, lutto, depressione. Conoscere lo stato emotivo può aiutare nel risolvere i dolori, dato che il paziente può manifestare contratture muscolari che tendono a persistere e non migliorare con un trattamento osteopatico, questo perché quella contrattura può essere relazionata ai sentimenti di stress o depressione. Bisogna sempre saper discriminare la natura del dolore e tener conto che spesso i dolori fisici sono condizionati dalla sfera emotiva e psicologica, ma anche viceversa. Per questo serve sempre un approccio integrato, che richiede anche l’intervento di un psicoterapeuta.

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