Osteopata Gianluca Barca Dorso curvo Ipercifosi dorsale

Dorso curvo: cosa si può fare per prevenire e migliorare l’ipercifosi dorsale

Il dorso curvo, o ipercifosi dorsale, non è altro che l’accentuazione della curva cifotica dorsale. Come ben sappiamo la colonna vertebrale non è rettilinea ma è formata da una serie di curve fisiologiche. Le curve che presentano una concavità anteriore sono chiamate “curve in cifosi” e sono presenti nella zona toracica e in quella sacro-coccigea; quelle a concavità posteriore sono chiamate “curve in lordosi” e si trovano nella zona cervicale e lombare. Considerando questa conformazione anatomica tali strutture hanno il compito di aiutare la colonna vertebrale ad adattarsi ai movimenti che le vengono richiesti, come sostenere e armonizzare le sollecitazioni a cui è sottoposta continuamente.

Quando una di queste curve non è fisiologica può diventare patologica?

Questo avviene quando si accentua in un senso o nell’altro o si riduce, così facendo perde la sua capacità di sostenere la colonna vertebrale. Il rachide dorsale data la sua conformazione anatomica ha già di suo una ridotta capacità di movimento, infatti viene definita come una zona ipomobile dove la maggior capacità di movimento è data più dalla rotazione che dall’inclinazione. Normalmente la curva cifotica dorsale deve rientrare in un range fisiologico tra i 20-25 ai 40-45 gradi circa: al di sopra di questi parametri non è più considerata fisiologica ma viene definita ipercifosi dorsale.

L’ipercifosi dorsale viene classificata in due categorie:

  1. ipercifosi strutturate, che sono il risultato di condizioni patologiche come: l’osteocondrosi o malattia di Scheuermann, l’artrite giovanile, la spondilosi, ecc.;
  2. ipercifosi asteniche posturali, da atteggiamento posturale errato.

L’ipercifosi dorsale in ambito posturale consiste in una retrazione della catena muscolare anteriore dovuta alla chiusura della gabbia toracica in avanti con associata la contrattura e la retrazione di alcuni muscoli come il muscolo diaframma, l’ileopsoas, i muscoli pettorali, i muscoli scaleni, i muscoli trapezio, lo sternocleidomastoideo, ecc.

Questa postura delle spalle in avanti fa di conseguenza aumentare per compenso le curve cervicali e lombari in iperlordosi con possibili problemi associati che possono scatenare sintomatologie dolorose. La retrazione a carico del muscolo diaframma può portare come conseguenza, oltre a problemi respiratori importanti, anche a problematiche viscerali associati. Inoltre, bisogna tener conto che la rotazione delle spalle in avanti come conseguenza di un dorso curvo potrebbe portare nel tempo alla comparsa di possibili patologie a carico delle spalle con problemi ai tendini (soprattutto il sovraspinoso ha la tendenza a soffrire maggiormente) e alcune volte ad un possibile conflitto subacromiale da impingement. Quando siamo di fronte ad una ipercifosi dorsale dobbiamo tener conto che si tratta di una zona ipomobile e se non viene trattata in modo adeguato può compensare sovraccaricando una zona che a sua volta diventa ipermobile, facendola lavorare di più, e alla lunga potremmo avere sintomatologie dolorose anche in altre zone per compenso.

Quali sono le possibili cause?

Posturali, psicologiche, lavorative, sedentarie e genetiche. L’atteggiamento in ipercifosi in assenza di patologie spesso può essere di origine familiare (genitori, nonni con la stessa fisionomia del rachide dorsale) o indotto dalla debolezza dei muscoli posteriori per ipertono di quelli anteriori.

Ma nella maggioranza dei casi il dorso curvo è riconducibile a una postura scorretta.

Il correttore posturale serve?

Il correttore posturale mette i muscoli a riposo e cosi facendo mantiene i muscoli erettori in modo passivo, di conseguenza si corre il rischio che con l’utilizzo eccessivo di questo dispositivo essi andranno ad atrofizzarsi. La cosa più importante da capire per risolvere il problema e che bisogna lavorare sulla postura attiva.

Cosa può fare l’osteopatia?

Un’attenta valutazione funzionale permette di individuare le zone da trattare per impostare un piano terapeutico più specifico e idoneo per il paziente.
L’obiettivo del trattamento osteopatico è quello di rendere funzionali le zone trovate in disfunzione, al fine di riportare il paziente ad una condizione di benessere in un concetto di globalità e non limitandosi solamente ai sintomi ma ricercando con cura la causa che è alla base del problema. Consiglio sempre ai miei pazienti la rieducazione posturale mezieres.

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